La struttura, sita in Badessa di Mussano, servirà i tossicodipendenti del territorio.
Una nuova lettera d’amore agli ultimi della società. È con questa spinta che il prossimo 15 giugno, alle ore 18, verrà inaugurato il nuovo complesso polifunzionale della “Comunità Regina Pacis onlus”. Si chiama “Città del Sole” la nuova oasi di carità promossa da don Dante Bruno, sacerdote del clero cosentino, e dalla sua equipe di collaboratori. Un sogno che si trasforma in realtà, si può dire, perché la Città del Sole, in un modo o nell’altro, è proprio il motivo ispiratore dell’azione sociale di don Bruno. La nuova struttura si trova in località Badessa di Mussano superiore, e vuole essere l’ennesimo segno dell’attenzione verso i tossicodipendenti del territorio.
L’ennesimo, perché don Dante ha già avviato, nel circondario cosentino, altre cinque strutture. Adesso la mano aperta della solidarietà arriva in città. “Da 35 anni il nostro impegno costante è in favore dei tossicodipendenti. Ora la problematica è davvero molto seria, a causa delle gravi dipendenze che si riscontrano principalmente tra i giovani del territorio”. Una problematica che lo stesso arcivescovo monsignor Francesco Nolè, che sarà presente alla cerimonia di benedizione e di inaugurazione, ha molto a cuore, e verso la quale, nei suoi anni di episcopato, sta profondendo particolari sforzi. L’azione multiforme della Regina Pacis arriva finalmente in città. A 25 anni dalla Tertio Millennio Adveniente di San Giovanni Paolo II, che per don Dante Bruno fu ispirazione e preghiera. Sogno, come si diceva. Il sogno di un colle dove far vivere un’esperienza di vita rinnovata per tanti giovani in difficoltà.
Così, da una piccola cappella, per piegare le ginocchia alla preghiera, ora nasce un’oasi di carità ben visibile. La prima pietra di quella Cappella fu benedetta proprio dal Papa polacco il 21 giugno 2000, e fu posta il 26 dicembre successivo dall’allora arcivescovo di Cosenza, monsignor Giuseppe Agostino. Dopo una serie di momenti burocratici, e di “tempi della Provvidenza”, siamo arrivati a oggi. “Negli anni ci siamo impegnati con persone che erano cadute davvero nel baratro – racconta don Dante -. Fratelli che erano entrati nel vortice delle tossicodipendenze e avevano vissuto la triste esperienza del carcere. Ora continuiamo ad accoglierli, in attesa di capire, da un ascolto attento del territorio, quali siano i bisogni da soddisfare”. A tutti, l’abbraccio e la speranza di un “anno di redenzione”, anzi di una “vita di redenzione”. Spuntano i primi raggi della Città del Sole.
Fabio Mandato
Fonte: Parola di Vita
One Reply to “Città del sole, un’oasi di carità”
[…] Un villaggio nato con una piccola casa fatiscente, prima casa di accoglienza che Don Dante ha ribattezzato “Casa del grande amore” e che prese forma dopo la posa della prima pietra da parte di Giovanni Paolo II, per quella che inizialmente doveva essere solo una cappella, e che ora, nel suo bianco splendore, è centro di adorazione su uno dei 7 colli – come Roma – su cui sorge la città di Cosenza, visibile quanto il famoso ponte di Calatrava più a valle. Alla mia domanda “Come sostieni tutto questo?”, Don Bruno risponde “Grazie alla Provvidenza!”. Oltre agli enti istituzionali, sono le persone comuni che sostengono questa comunità collegandosi facendo donazioni in termini di tempo o denaro (il sito https://www.associazionereginapacis.org/citta-del-sole-unoasi-di-carita/). […]